Continuo oggi, con il terzo post, il "racconto" delle esperienze e degli incontri che mi hanno portato, e aiutato, a realizzare la mia aspirazione: diventare chef...
L’esperienza in mare è iniziata quasi per caso, come si dice? Da cosa nasce cosa.
Quando ero ancora studente di cucina a Firenze fui chiamato da Rodolfo Budini Gattai, amico di famiglia, che aveva saputo della mia specializzazione come Chef. Lui mi affidò la cucina di alcune cene organizzate a Palazzo Budini Gattai. Il menù, i tempi di servizio, la qualità dei piatti, tutto fu apprezzato e Rodolfo, una sera, mi confidò il suo più grande sogno: la barca a vela. Aveva da poco acquistato una barca del 1970 con una lunga storia di mare alle spalle, il Parsifal. E mi chiese di diventare il suo chef di bordo. Ricordo che lo accompagnai a ritirarla in Francia, in Costa Azzurra e insieme effettuammo il trasferimento del Parsifal fino a Livorno, a Marina di Salivoli.
L’esperienza in mare è iniziata quasi per caso, come si dice? Da cosa nasce cosa.
Quando ero ancora studente di cucina a Firenze fui chiamato da Rodolfo Budini Gattai, amico di famiglia, che aveva saputo della mia specializzazione come Chef. Lui mi affidò la cucina di alcune cene organizzate a Palazzo Budini Gattai. Il menù, i tempi di servizio, la qualità dei piatti, tutto fu apprezzato e Rodolfo, una sera, mi confidò il suo più grande sogno: la barca a vela. Aveva da poco acquistato una barca del 1970 con una lunga storia di mare alle spalle, il Parsifal. E mi chiese di diventare il suo chef di bordo. Ricordo che lo accompagnai a ritirarla in Francia, in Costa Azzurra e insieme effettuammo il trasferimento del Parsifal fino a Livorno, a Marina di Salivoli.
Non avevo mai cucinato in barca, la mia esperienza in mare si riduceva a brevi periodi di vacanza. Ma l’idea mi piaceva e era una grande opportunità, un’esperienza lavorativa nuova che difficilmente avrei potuto ripetere e così accettai. E grazie a Rodolfo Budini Gattai ho scoperto la mia più grande, seconda, passione: la barca.
La vita in barca a vela ha tutto un altro ritmo, pochi uomini e le leggi del mare, viaggiare da un porto all’altro, conoscere tante persone, cucinare in cambusa con la barca in regata che sfida le onde. Spesso, quando il mare faceva i capricci, dovevo legarmi per la vita per riuscire a mantenere l’equilibrio e preparare i miei piatti negli spazi ristretti della cambusa. Non è come cucinare a casa propria o negli ambienti professionali di hotel e ristoranti. In un certo qual modo ho dovuto imparare a cucinare in modo nuovo. Cucinare per l’intero equipaggio e gli ospiti della barca in una cucina di poco più di un metro e basculante non è semplice, almeno fino a che non ci si fa l’abitubine. Ogni volta che attraccavamo, scendevo per fare la spesa, lo spazio di cambusa e frigo era minimo perciò dovevo essere preciso. Questo mi è stato di grande aiuto, ho imparato la gestione degli acquisti che mi è utile anche adesso all’Osteria della Lodola. Regolarsi con la quantità è importante per chi gestisce una cucina.
Passai tutta la stagione estiva sul Parsifal e anche quella successiva. Navigai per due anni per il mediterraneo e verso la fine della seconda estate in barca, quando ero prossimo a sbarcare e partire per gli Stati Uniti, attraccammo al porto di Palma di Maiorca e lì rimasi affascinato da un’altra barca. Era un veliero d’epoca, più grande del Parsifal, di circa 40 metri e che poi scoprii aveva una lunghissima storia. Si trattava della Zaca, costruita nel 1929 e appartenuta, tra i tanti, anche all’attore americano Errol Flynn nel 1944. Chiesi di poter salire a bordo per visitarla e mi fu concesso, fu una bella sorpresa trovare un aretino al comando di quella bellissima barca, Bruno Dal Piaz. Quando capì che ero lo chef di bordo del Parsifal mi offrì d’imbarcarmi con lui, ma fui costretto a rifiutare perchè avevo già preso un impegno di lavoro negli Usa. Ero davvero dispiaciuto, l’incontro con il Comandante Bruno Dal Piaz e la Zaca mi erano rimasti nel cuore...
To be continued ...
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