Continuo oggi, con il secondo post, il "racconto" delle esperienze e degli incontri che mi hanno portato, e aiutato, a realizzare la mia aspirazione: diventare chef....
Come spesso accade la vera svolta è arrivata lontano da casa, quando ero militare. Mi hanno spedito a Trieste nel 1° Reggimento Fanteria San Giusto, Esercito Italiano.
Solo a posteriori si riescono a congiugere tutti i punti che hanno formato la linea del proprio viaggio; quella fu la prima volta che iniziai a cucinare, ma non per la famiglia o gli amici, e che ero vicino al mare.
Fu un ufficiale che scoprì la mia passione per la cucina e che mi propose per la loro mensa. Così passai l’anno di militare fra i fornelli, con grande soddisfazione dei miei superiori in grado. Nel tempo libero andavo al porto a vedere le barche e mi ricordo ancora lo spettacolo della Barcolana, la storica regata velica che si tiene a Trieste. Ero incantato.
Finita la leva obbligatoria qualcosa era mutato, avevo preso coscienza che la cucina non era un semplice hobby, poteva diventare una professione.
Tornato a Foiano, comunicai la decisione d’iscrivermi alla Scuola Alberghiera Saffi di Firenze e mi trasferii lì. Ero il più grande dei miei compagni di studi e mi sentivo notevolmente in ritardo rispetto alla strada che avevo scelto. Ma non mi persi d’animo, anzi lavorai più duramente per recuperare. La maturità rispetto agli altri del mio corso mi ha portato a prendere la scuola come lavoro sul campo, e così ho iniziato a collaborare con il mio professore di cucina Vincenzo Semeraro al di fuori dell’orario scolastico, nella sua azienda di catering che si trovava a Prato. Ricordo che si chiamava “i piaceri della tavola”; lì ho iniziato la mia gavetta. Presto dal catering sono passato agli hotel, nella cucina del Grand Hotel e poi del Savoy di Firenze per piccoli stage. Era un passaggio obbligato per i miei studi, ma lì ho capito che l’impostazione della cucina per l’hotel non faceva per me. Era troppo incasellata e preferisco essere libero di esprimermi fra i fornelli provando abbinamenti nuovi e personalizzando le ricette. Faccio molta attenzione alla stagionalità dei prodotti perciò mi trovo spesso a dover scegliere quale piatto preparare in base alla freschezza e alla disponibilità degli ingredienti di stagione.
Ho studiato e sperimentato molto sul campo in quegli anni, recuperando il ritardo con il quale ero partito e, con l’avvicinarsi del diploma, una nuova opportunità si aprì per me: diventare chef di bordo di una barca a vela. Ho sempre amato il mare e la vita in barca fu una scoperta. Il giorno dopo il diploma mi sono imbarcato...
Come spesso accade la vera svolta è arrivata lontano da casa, quando ero militare. Mi hanno spedito a Trieste nel 1° Reggimento Fanteria San Giusto, Esercito Italiano.
Solo a posteriori si riescono a congiugere tutti i punti che hanno formato la linea del proprio viaggio; quella fu la prima volta che iniziai a cucinare, ma non per la famiglia o gli amici, e che ero vicino al mare.
Fu un ufficiale che scoprì la mia passione per la cucina e che mi propose per la loro mensa. Così passai l’anno di militare fra i fornelli, con grande soddisfazione dei miei superiori in grado. Nel tempo libero andavo al porto a vedere le barche e mi ricordo ancora lo spettacolo della Barcolana, la storica regata velica che si tiene a Trieste. Ero incantato.
Tornato a Foiano, comunicai la decisione d’iscrivermi alla Scuola Alberghiera Saffi di Firenze e mi trasferii lì. Ero il più grande dei miei compagni di studi e mi sentivo notevolmente in ritardo rispetto alla strada che avevo scelto. Ma non mi persi d’animo, anzi lavorai più duramente per recuperare. La maturità rispetto agli altri del mio corso mi ha portato a prendere la scuola come lavoro sul campo, e così ho iniziato a collaborare con il mio professore di cucina Vincenzo Semeraro al di fuori dell’orario scolastico, nella sua azienda di catering che si trovava a Prato. Ricordo che si chiamava “i piaceri della tavola”; lì ho iniziato la mia gavetta. Presto dal catering sono passato agli hotel, nella cucina del Grand Hotel e poi del Savoy di Firenze per piccoli stage. Era un passaggio obbligato per i miei studi, ma lì ho capito che l’impostazione della cucina per l’hotel non faceva per me. Era troppo incasellata e preferisco essere libero di esprimermi fra i fornelli provando abbinamenti nuovi e personalizzando le ricette. Faccio molta attenzione alla stagionalità dei prodotti perciò mi trovo spesso a dover scegliere quale piatto preparare in base alla freschezza e alla disponibilità degli ingredienti di stagione.
Ho studiato e sperimentato molto sul campo in quegli anni, recuperando il ritardo con il quale ero partito e, con l’avvicinarsi del diploma, una nuova opportunità si aprì per me: diventare chef di bordo di una barca a vela. Ho sempre amato il mare e la vita in barca fu una scoperta. Il giorno dopo il diploma mi sono imbarcato...
to be continued
Nessun commento:
Posta un commento
grazie per essere passato dal mio blog, lascia un commento e sarò felice di rispondere